domenica 27 novembre 2016

Perché NO

Sembrano opportune alcune precisazioni sull'argomento che porterà al voto gli italiani, i quali dovranno esprimere un SI' oppure un NO.
Ricordo che, pur non essendo schierato politicamente e senza alcuna tessera, da più di 20 anni ho scelto un cammino di Conoscenza, di ricerca spirituale. Con ciò non vuol assolutamente dire che non mi occupo di politica, anzi. La Politica, quale Arte del governare fa parte della mia ricerca, come è altrettanto inscindibile qualsiasi attività materiale da quella dello spirito.
Mi collego a quanti su un cammino di ricerca spirituale pensano sia superfluo interessarsi di politica o di altre faccende materiali. Penso per contro che qualsiasi implicazione del nostro esistere sia indispensabile e vada affrontata senza scindere i tre livelli: fisico, animico e spirituale.
A tal guisa, cerco di: conoscere, comprendere, approfondire ed elaborare un'idea, abituandomi a non esprimere un giudizio o una valutazione soggettiva. Nella preghiera come nei sentimenti, nella nostra attività lavorativa come in cucina o in politica, dobbiamo comprendere quale sia il nostro ruolo, il nostro metodo di lavoro e manifestare il nostro parere in merito, rispettando chiunque altra persona.

In merito al referendum del 4 dicembre: perché NO?

Facciamo un piccolo passo indietro, chiedendoci: chi ci sta proponendo di approvare un rifacimento (o stravolgimento) sostanzioso della costituzione e perché?
La risposta è semplice: è un rappresentante degli stessi interessi e corporazioni come lo erano i precedenti Presidenti del Consiglio. Quest'ultimo è (come tutti) un semplice esecutore di “ordini” che dalla fine degli anni '80 non hanno prodotto altro che: disoccupazione; mancanza di diritti e di sicurezze per i lavoratori; mancanza di lavoro per i giovani (dovuta anche all'innalzamento dell'età pensionabile); globalizzazione che ha “strozzato” le attività commerciali e industriali, anche a causa di una tassazione esagerata. E all'orizzonte non pare visibile un miglioramento in equità fra i cittadini, da parte della squadra di governo così poco intenta nell'apportare doverosi e possibilissimi accorgimenti!

Quindi come si fa a credere che un “figlio” di questo sistema malato, in cui versiamo da tempo, possa proporre qualcosa di così innovativo che vada a migliorare la condizione dei molti cittadini che faticano a giungere alla fine del mese?
Inoltre si tratta di assentire a variare articoli di una Costituzione che se fosse applicata così com'è, sarebbe già rivoluzionaria! Tutto ciò ha il sapore di una consultazione volta, come dai tempi dei Romani, al: “divide et impera”!

Occorre creare le condizioni per ottenere una vera nuova politica. E ognuno può e deve fare la propria parte. Per ora la cosa più saggia, credo sia votare: NO.


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